PM 10
A
proposito di inquinamento, non è da escludere che, in un futuro
prossimo, i Comuni delle città che negli ultimi tempi si sono
purtroppo distinte per maggiori concentrazioni di particelle
inquinanti e via discorrendo dovranno affrontare questioni
giudiziarie legate a richieste risarcitorie avanzate da persone
ammalatesi gravemente per aver vissuto nelle suddette città e
respirato aria inquinata; aria inquinata il cui tasso di
inquinamento sarebbe facilmente dimostrabile ricorrendo ai continui
dati preoccupanti e catastrofici che i mezzi di informazione ci
riferiscono allorché si presenti una situazione come quella attuale
(non è infatti la prima volta e purtroppo ve ne saranno altre).
Fantagiustizia? Non direi. Se si pensa alle richieste risarcitorie
piovute addosso negli ultimi anni alle imprese produttrici di
tabacco, richieste che sono state accolte, nonostante la
discutibilità di fondo sulla fondatezza di una domanda di
risarcimento danni per un’attività ricreativa, voluttuaria, non
indispensabile e meramente voluta, quale quella di fumarsi una
sigaretta e pertanto inspirare a propria scelta del fumo nei propri
polmoni, se si pensa a detta richiesta infatti a maggior ragione
dovranno trovare accoglimento le azioni promosse contro gli Enti
locali che non hanno preso provvedimenti efficaci per salvaguardare
la salute dei cittadini.
La vigente normativa infatti impone obblighi di intervento, da parte
dei Comuni, a tutela del diritto alla salute. E così come i suddetti
Comuni, essendo titolari di tale diritto (alla salute), in caso di
inquinamento, sono legittimati ad agire contro il responsabile (si
pensi ad una ditta che inquina le acque) proprio per questo sono da
considerarsi passivamente legittimati nei confronti dei cittadini
che lamentino di aver subito danni alla salute per la mancata
applicazione di misure idonee onde prevenire le conseguenze dannose
verificatesi.
Non sono sufficienti le misure (se così si possono chiamare)
adottate recentemente (targhe alterne, blocco del traffico per una
giornata) soprattutto perché non risolutive di un problema che, se è
vero quello che è stato riferito sulla alta tossicità delle
micropolveri e di quegli altri accidenti che arricchiscono l’aria
delle metropoli e che vengono emessi per la maggior parte dagli
scappamenti dei veicoli, dovrebbe per forza di cose essere
affrontato drasticamente con l’arresto totale della circolazione dei
veicoli o comunque con un piano politico che abbia come obiettivo,
nel più breve tempo possibile, l’eliminazione dei veicoli a motore a
scoppio e diesel dalle reti viarie delle città. Non mi si venga a
dire che non è possibile e via discorrendo. E’ o non è vero che le
nostre città sono diventare delle camere a gas? E’ o non è vero che
detto gas è pericoloso per la salute? E allora stop, signori si
chiude; non ci sono alternative, se non quella di crepare tutti
quanti di tumore.
Il fatto che il risultato e le conseguenze negative
dell’inquinamento non si vedano nell’immediato (e su questo c’e’ da
discutere) non può giustificare il porre in essere provvedimenti
semplicemente ridicoli, per non dire preoccupanti per la leggerezza
con cui il problema, di fatto, viene affrontato. Ho detto che c’è da
discutere sul fatto che la conseguenza del danno da inquinamento non
sia riscontrabile nell’immediato perché, nell’eventualità di un
danno morale soggettivo, verificatosi in occasione di una
compromessa salubrità dell’ambiente, si potrebbe paventare una
risarcibilità di detto danno in conseguenza della menomazione
dell’integrità psicofisica o di un evento produttivo di danno
patrimoniale.
Un esempio limite ma abbastanza calzante e chiarificatore può essere
il passeggiare in città con una mascherina antismog, che sicuramente
non esalta l’umore di chi la porta e che al tempo stesso prevede una
spesa. Dalla mascherina al tapparsi in casa per la depressione il
passo è breve, come pure è breve passare dalla modesta spesa di
detta mascherina a quella più ingente di un impianto di depurazione
domestico.
Con la speranza che i nostri figli non dovranno intraprendere simili
azioni giudiziarie, attendiamo un segnale concreto, continuo e
costante da parte delle amministrazioni comunali, che esuli dal
colore delle giunte che via via si avvicenderanno in futuro.
L’arrivo delle prime piogge rappresenta sempre un importante
elemento di verifica degli intenti.
Riccardo Cerati