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A proposito di inquinamento, non è da escludere che, in un futuro prossimo, i Comuni delle città che negli ultimi tempi si sono purtroppo distinte per maggiori concentrazioni di particelle inquinanti e via discorrendo dovranno affrontare questioni giudiziarie legate a richieste risarcitorie avanzate da persone ammalatesi gravemente per aver vissuto nelle suddette città e respirato aria inquinata; aria inquinata il cui tasso di inquinamento sarebbe facilmente dimostrabile ricorrendo ai continui dati preoccupanti e catastrofici che i mezzi di informazione ci riferiscono allorché si presenti una situazione come quella attuale (non è infatti la prima volta e purtroppo ve ne saranno altre).
Fantagiustizia? Non direi. Se si pensa alle richieste risarcitorie piovute addosso negli ultimi anni alle imprese produttrici di tabacco, richieste che sono state accolte, nonostante la discutibilità di fondo sulla fondatezza di una domanda di risarcimento danni per un’attività ricreativa, voluttuaria, non indispensabile e meramente voluta, quale quella di fumarsi una sigaretta e pertanto inspirare a propria scelta del fumo nei propri polmoni, se si pensa a detta richiesta infatti a maggior ragione dovranno trovare accoglimento le azioni promosse contro gli Enti locali che non hanno preso provvedimenti efficaci per salvaguardare la salute dei cittadini.
La vigente normativa infatti impone obblighi di intervento, da parte dei Comuni, a tutela del diritto alla salute. E così come i suddetti Comuni, essendo titolari di tale diritto (alla salute), in caso di inquinamento, sono legittimati ad agire contro il responsabile (si pensi ad una ditta che inquina le acque) proprio per questo sono da considerarsi passivamente legittimati nei confronti dei cittadini che lamentino di aver subito danni alla salute per la mancata applicazione di misure idonee onde prevenire le conseguenze dannose verificatesi.
Non sono sufficienti le misure (se così si possono chiamare) adottate recentemente (targhe alterne, blocco del traffico per una giornata) soprattutto perché non risolutive di un problema che, se è vero quello che è stato riferito sulla alta tossicità delle micropolveri e di quegli altri accidenti che arricchiscono l’aria delle metropoli e che vengono emessi per la maggior parte dagli scappamenti dei veicoli, dovrebbe per forza di cose essere affrontato drasticamente con l’arresto totale della circolazione dei veicoli o comunque con un piano politico che abbia come obiettivo, nel più breve tempo possibile, l’eliminazione dei veicoli a motore a scoppio e diesel dalle reti viarie delle città. Non mi si venga a dire che non è possibile e via discorrendo. E’ o non è vero che le nostre città sono diventare delle camere a gas? E’ o non è vero che detto gas è pericoloso per la salute? E allora stop, signori si chiude; non ci sono alternative, se non quella di crepare tutti quanti di tumore.
Il fatto che il risultato e le conseguenze negative dell’inquinamento non si vedano nell’immediato (e su questo c’e’ da discutere) non può giustificare il porre in essere provvedimenti semplicemente ridicoli, per non dire preoccupanti per la leggerezza con cui il problema, di fatto, viene affrontato. Ho detto che c’è da discutere sul fatto che la conseguenza del danno da inquinamento non sia riscontrabile nell’immediato perché, nell’eventualità di un danno morale soggettivo, verificatosi in occasione di una compromessa salubrità dell’ambiente, si potrebbe paventare una risarcibilità di detto danno in conseguenza della menomazione dell’integrità psicofisica o di  un evento produttivo di danno patrimoniale.
Un esempio limite ma abbastanza calzante e chiarificatore può essere il passeggiare in città con una mascherina antismog, che sicuramente non esalta l’umore di chi la porta e che al tempo stesso prevede una spesa. Dalla mascherina al tapparsi in casa per la depressione il passo è breve, come pure è breve passare dalla modesta spesa di detta mascherina a quella più ingente di un impianto di depurazione domestico.
Con la speranza che i nostri figli non dovranno intraprendere simili azioni giudiziarie, attendiamo un segnale concreto, continuo e costante da parte delle amministrazioni comunali, che esuli dal colore delle giunte che via via si avvicenderanno in futuro.
L’arrivo delle prime piogge rappresenta sempre un importante elemento di verifica degli intenti.


Riccardo Cerati