Buon Natale ma non troppo
Buon
Natale di qui, auguri di là, sorrisi di su, buonismi di giù eccetera
eccetera. Eh, si fa presto a dire bene (e a…benedire) ma,
attenzione! Il rischio di compromettersi e di risultare il contrario
di ciò che si voleva interpretare è elevatissimo. Meglio sarebbe
minimizzare, sorvolare o per lo meno sfiorare i buoni auspici che si
sprecano in questo periodo.
Anche la
forma espressiva risulta essere la più esplorata e tormentata. Vi è
una continua, costante e periodica ricerca di un’originalità che,
alla fine, non paga, giacché ci si riduce sempre ai soliti
ritornelli finali: “buon Natale, buon anno, buona fine e miglior
principio e così via.
Che ne
dite di…”Buon Nataletto”? Magari riferito al giorno di Santo Stefano
(in fondo esiste la Pasqua e la…Pasquetta e non vedo per quale
motivo non possano coesistere il Natale e il Nataletto). Già
il vezzeggiativo conferisce, al di là della graziosità della
desinenza, un senso di timido minimalismo. Vi è il pudore di non
spingersi troppo oltre con auguri sperticati, cercando così di
essere discreti e moderati. E’ rischioso esagerare negli auspici.
Siccome infatti non tutti coloro che vengono bersagliati dai
messaggi augurali vedranno realizzarsi le amiche profezie, bensì,
purtroppo, vi saranno folte schiere di persone che vivranno un
periodo più o meno sfigato, queste persone non particolarmente
fortunate potrebbero ricordarsi dell’augurio ricevuto tempo addietro
e, più l’augurio dovesse essere stato arricchito ed appesantito con
arzigogolata letteratura, maggiormente potrebbe salire il il loro
grado di incazzatura nei confronti dei vari maldestri profeti
natalizi.
La
stretta marcatura augurale dei diversi “terzini di natale”, armati
di cellulari e christmas card, oltre che asfissiante, facilmente
sortirebbe effetti indesiderati.
Quale
reazione infatti potrebbe avere una delle tante vittime del fuoco
amico di questi messaggeri qualora dovesse, dopo aver ricevuto
un’abbondante raffica di auguri, rompersi una gamba sui campi di sci
e magari perdere il posto di lavoro al termine delle vacanze? Viene
istintivo e spontaneo presumere che lo sventurato messaggiato,
verosimilmente dovrebbe, come minimo, sferrare una pedata sulla
bocca sorridente del suo zelante messaggero alla prima occasione che
gli dovesse capitare.
Dunque,
mai come in questo periodo, che definirei stagione degli auguri,
occorre rispolverare discrezione, cautela, disinvoltura e
spontaneità.
La
discrezione pretende che, prima di lanciarsi nella bagarre dei
messaggi augurali, ci si debba sincerare della situazione in cui
versa il nostro potenziale bersaglio.
La
cautela, che non può prescindere dalla discrezione, dovrà suggerirci
di essere tanto più scrupolosi quanto da più tempo non abbiamo
contatti col destinatario designato (augurare Buon Natale a un morto
non è il massimo).
La
disinvoltura si impone per evitare auguri contorti e la disgraziata
ricerca di fraseggi imbarazzanti o ridicoli.
La
spontaneità infine dovrebbe essere il denominatore comune di tutti
gli atteggiamenti, onde evitare di forzare la mano per raggiungere,
ad ogni costo, i nostri obiettivi, ponendoci masochisticamente
scellerate scadenze cronologiche che provocano e generano soltanto
l’abbruttimento dello stile della nostra vita di fortunati
occidentali. Fortunati perché, dopotutto, possiamo permetterci il
lusso di disquisire di questi…problemi.
Alla
fine anch’io non resisto e sparo la mia cartuccia. Auguri!
Riccardo Cerati