Due droghe e due misure
A
proposito delle inchieste sulla droga che vedrebbero coinvolti
alcuni politici pizzicati con le mani nella…polverina, mi viene da
fare una riflessione.
Mi riferisco alle celebrazioni ed alle incensate che si leggono sui
giornali su diversi artisti del rock nostrano e d’oltreoceano.
E’ infatti curioso notare, come, mentre per i politici il richiamo
agli stupefacenti rappresenta il piatto forte per uno sputtanamento
coi fiocchi, per le stelle del rock, alcune delle quali morte
addirittura per overdose, il rapporto con la droga viene, se non
ignorato, quasi sorvolato, per non dire considerato come un
aspetto scontato e positivo, al punto da avvolgerlo in un alone di
mitico eroismo.
Posso essere d’accordo nel ritenere queste mie considerazioni molto
gradite agli antiproibizionisti, però bisognerebbe avere il coraggio
di usare gli stessi pesi e le stesse misure per tutti eppertanto
l’opinione pubblica dovrebbe valutare un determinato comportamento
(come nel caso, l’assunzione di cocaina) con lo stesso metro, nei
confronti di qualunque persona, a prescindere dalla professione
svolta.
In altri termini, se una pop-star o un attore famoso, benché pieno
di eroina fino al midollo, viene applaudito ed acclamato comunque
per la performance artistica, allo stesso modo, un politico, un
professionista, un giornalista, un artigiano, un operaio e via
dicendo, dovrebbe essere valutato e considerato per i risultati
della sua attività svolta e non messo in discussine e messo alla
berlina perché sembra possa aver qualche volta sniffato, o fumato
un paio di canne.
Gli antiproibizionisti a volte esagerano, però anche i cosiddetti “
benpensanti”, quanto a ipocrisia a volte fanno fatica a trovare
rivali.
Riccardo Cerati