Buon appetito!

Ricordo il panico collettivo diffusosi a seguito delle notizie sulla “muccapazza” (una delle tante mode in fatto di scoop catastrofici) come l’ennesima conferma della contraddittorietà e dell’incoerenza che serpeggiano nella nostra società e soprattutto (che è peggio) nella classe dirigente.
Detti atteggiamenti sono stati la testimonianza della superficialità e del pressappochismo che hanno invaso la collettività, sempre di più rivolta a prestare attenzione a valori fatui e banali (colore dei vestiti e dei capelli, tipo di automobile, linea del fisico, televisione demenziale ecc.) e sempre di più tendente a perdere di vista i veri valori concreti della nostra natura (salute, alimentazione, crescita culturale spirituale, ecc.).
I tanti proclami pubblicati sui giornali e riferiti dai vari faccioni in televisione, sull’encefalopatia spongiforme e derivati e la ridicola polemica della bistecca con l’osso (cosiddetta fiorentina), hanno trascurato l’idea di proibirne il consumo soltanto ai… non fumatori.
Se non è stata compresa la battuta mi spiego meglio.
Abbiamo assistito ad un valzer di tira e molla sul concedere o meno il consumo di un certo tipo di carne, con la cosapevolezza di versare nella più totale assenza di certezze, in merito ad ogni provvedimento interventistico in materia e di agire  a scopo esclusivamente cautelativo.
Ebbene, ciò che mi fa riflettere e mi preoccupa è il constatare che con le sigarette (le cui conseguenze dannose sono una consolidata certezza) ci si è limitati a scrivere sul pacchetto l’ammonimento che tutti conosciamo, liquidando la faccenda con sbrigativa ipocrisia.
Si, perché non mi si venga a dire che la tanto sbandierata polemica sulla tossicità del fumo trova seguaci nella collettività. Basta darsi un’occhiata in giro per vedere di fatto le reazioni e gli atteggiamenti che la coscienza comune esprime, per concludere sommessamente che la strada è ancora molto lunga soprattutto se, dopo tutte le premesse e le raccomandazioni sulla tossicità del fumo, un ministro della sanità (con la esse minuscola) strizza l’occhio alla liberalizzazione delle droghe leggere.
Ma come!? Prima mi dici che il fumo fa male, prendi drastici provvedimenti in materia, riferisci nelle cronache giudiziarie circa i maxirisarcimenti richiesti da parte di cittadini fumatori nei confronti dei colossi del tabacco (presto si assisterà alla rivalsa dei non fumatori contro i fumatori risarciti),  prima fai  tutto questo can can e poi vuoi liberalizzare lo spinello che come tutti sanno, è noto nella coscienza comune ed è considerato l’anticamera delle droghe pesanti?
Già, la coscienza comune. Quella coscienza comune che ritengo abbia l’illusione ormai di essere autonoma e logica e non si accorge che viene, giorno per giorno, strumentalizzata, calpestata, e presa per i fondelli.
Signori miei, permettetemi un suggerimento che taglia la testa al toro, anzi alla mucca (pazza): bisognava e bisogna lasciare stare tutto, senza prendere iniziative restrittive o proibitive.
Si potrebbe imporre semplicemente di scrivere sull’incarto dei prodotti bovini (per ora solo quelli, per altri capi di bestiame si vedrà poi) la scritta: “Attenzione, può provocare il morbo di CREUTZFELDT-JACOB”.
 


Riccardo Cerati