Riflessioni sulla rezdora

E’ inquietante il solco lasciato dall’elastico del gambaletto corto sulle polpe della rezdora?

Il figulo si realizza di più a letto con la rezdora o al ristorante con la donna manager?

Una rezdora imborghesita, riesce ad affrancarsi dal vivere una propria relazione sotto l’aspetto prettamente ancillare?

L’otto marzo sta alla rezdora come la mimosa sta allo scalogno?

Se la rezdora, al mare, sostituisce il suo scamiciato color fantasia dimessa con un pareo a tinte tropicali, può perdere il suo domestico happeal?

Le bianche e sensuali opulenze delle carni della rezdora, ancorché leggermente arrossate, possono competere con la più ovvia e dozzinale delle abbronzature?

Un’erezione insicura trova maggior conforto nella morbidezza di una leggera e rezdoriana cellulite incipiente oppure in un gommoso gluteo o in un marmoreo addominale?

La permanente coi bigodini stile pecorella di una matura rezdora può togliere vigore al rapporto sessuale?

E’ riduttivo ritenere che il corpo e le membra di una rezdora, tesi e contratti nell’atto di stendere il bucato, possano fremere e vibrare soltanto appendendo la biancheria intima ai fili dell’alta tensione?

Il rifiuto e l’incompatibilità del guanto nei rapporti intimi da parte della rezdora si trasmette anche nella cernita degli ortaggi sul bancone del supermercato?

Se Omero, anziché di Achille, avesse narrato le gesta di una rezdora, è verosimile ritenere che i suoi talloni callosi l’avrebbero resa assolutamente invulnerabile?

 I tricipiti opulenti e flaccidi della rezdora possono, col loro dondolio, contribuire alla consistenza della pasta sfoglia?

 


Riccardo Cerati